Le chiese romaniche
Il territorio che va da sud del Po fino al Tanaro è costellato di chiese romaniche. Ora appaiono solitarie su colline o nascoste nella fitta vegetazione dei boschi o ancora nei cimiteri. Come mai questa ricchezza, spesso nascosta? Nel Medioevo le chiese dei villaggi erano il cuore della vita quotidiana. Con lo sviluppo dei centri urbani, quasi tutte subirono radicali trasformazioni, che ne alterarono profondamente l’aspetto. In alcuni casi, però, il centro abitato che esse servivano venne abbandonato dalla popolazione, che si trasferì nei nuovi borghi, dove sorgevano i liberi comuni, o attorno ai castelli dei signori feudali. Le chiese degli antichi villaggi rimasero isolate, e caddero in rovina. Ma molte hanno mantenuto fino ai nostri giorni almeno tracce della struttura originaria, e una campagna di restauri, che ha interessato negli ultimi anni tutto il territorio del Monferrato, ha permesso di recuperarle e di valorizzarne la semplice armonia; inoltre, gran parte del loro fascino deriva proprio dall’inserimento all’interno di un paesaggio che l’opera secolare dell’uomo ha trasformato in una fitta trama di colture pregiate.
Segnaliamo (vedi fotogallery a dx) :
- Aramengo, la chiesa di San Giorgio (1);
- Castelnuovo don Bosco le suggestive chiese di Santa Maria di Cornareto (2), Santa Maria in Raseto (3), e, in zona pianeggiante, lungo l’antico percorso della Via Francigena, Sant’Eusebio (4);
- Buttigliera l’antica parrocchiale, ora chiesa cimiteriale, di San Martino (5)
- Casaglio, frazione di Cerreto d’Asti, la chiesa di Sant’Andrea (6);
- nel cimitero di Albugnano la chiesa di San Pietro (7);
- Montafia la chiesa di San Martino (8);
- Bagnasco, frazione di Montafia, la chiesa di San Giorgio (9);
- in località San Lorenzo di Mombello la chiesa di San Lorenzo (10);
- Berzano di San Pietro la chiesa di San Giovanni (11);
- Moncucco in frazione San Giorgio la chiesa di San Giorgio di Vergnano;
- Moransengo la chiesa di San Grato (12).